Anche questa volta i democratici hanno visto Trump assolto nel processo di impeachment. La difesa dell’ex POTUS ha evidenziato la futilità delle accuse. 7 repubblicani hanno votato a favore dell’accusa.
Il 13 gennaio la Camera dei Rappresentanti aveva approvato la messa in stato d’impeachment di Donald Trump. A votare a favore dello stato di accusa erano stati anche 10 repubblicani, capeggiati da Liz Cheney (figlia dell’ex vicepresidente Dick Cheney). La decisione finale per tale procedura spetta al Senato, ma il leader dei repubblicani Mitch McConnel aveva provato a rimandare il più possibile la votazione.
Esattamente un mese dopo, il 13 febbraio, il Senato ha votato per assolvere Donald Trump. 57 senatori hanno votato a favore dell’impeachment, mentre 43 hanno votato contro: i numeri sono stati chiaramente insufficienti per raggiungere la maggioranza di 2/3 (67 senatori) richiesta per questa specifica procedura. Dunque, The Donald l’ha spuntata per la seconda volta e ha mandato nuovamente in tilt il mondo dem.
Alla vigilia molti si aspettavano che più repubblicani votassero contro Trump. Addirittura i media avevano diffuso la possibilità che lo stesso Mitch McConnel, leader del GOP al senato, potesse votare contro il 45esimo presidente. Alla fine, come spesso accade quando i media trattano l’argomento Trump, tali voci si sono rivelate fandonie e fake news.
7 senatori repubblicani hanno votato contro Trump, ma i loro nomi erano piuttosto prevedibili. Si tratta dei senatori più liberal del Grand Old Party. La loro lista è la seguente:
- Mitt Romney (Utah); aveva già votato contro Trump al primo impeachment.
- Susan Collins (Maine)
- Richard Burr (Carolina del Nord)
- Bill Cassidy (Louisiana)
- Lisa Murkowski (Alaska)
- Ben Sasse (Nebraska)
- Pat Toomey (Pennsylvania)
La difesa di Trump ha distrutto il Partito Democratico
Inizialmente, la difesa dell’ex Presidente sembrava subire passivamente gli attacchi dei Dem, ma all’ultimo la strategia ha messo in luce avvenimenti sconcertanti. Le prove fornite dai democratici (video con dichiarazioni di Trump e post sui social di quest’ultimo) erano state manipolate e modificate ad hoc dagli House Manager della Camera dei Rappresentanti. I video venivano tagliati e le dichiarazioni di Trump assumevano significati diversi da quelli che avevano realmente.
Come se non bastasse, David Schoen, avvocato di Donald Trump ha contrattaccato ancora. L’accusa dei democratici si basava sul fatto che il tycoon avesse usato espressioni come “Dobbiamo lottare” o “lottare duramente”. Schoen e il suo team legale hanno selezionato dei video dove importanti esponenti democratici, come Elizabeth Warren e gli stessi Joe Biden e Kamala Harris, utilizzavano ripetutamente le stesse espressioni incriminate.
Le reazioni all’esito dell’impeachment
Le celebrità democratiche hanno espresso il loro rammarico per l’esito del processo. Diversamente esultano esponenti del mondo repubblicano, come Donald Trump Jr., soddisfattissimo dell’assoluzione del padre.
Se Trump è rimasto un po’ in ombra finora, ora c’è solo una certezza: Donald Trump è tornato.