Nel ricordare quella che è stata una delle più atroci tragedie del XX secolo non bisogna cadere nella trappola della superficialità.
Quella superficialità che, sorniona, induce puntualmente ad omettere di indicare le colpe e le responsabilità del comunismo nell’immane dramma delle foibe.
Quella superficialità che, con vergognosa furbizia, oscura il corso degli eventi, lo estromette dai libri di storia, lo plasma a proprio piacimento con aberranti strumentalizzazioni.
I colpevoli furono i comunisti. Che, nel brandire la bandiera rossa – ispirati dalla più bestiale, sanguinaria e fallimentare dottrina politica della storia umana – gettavano uomini in fosse comuni, non prima di averli stuprati e martoriati, costringendoli ad accalcarsi come bestie, senza risparmiare donne e bambini, in una morte di un’atrocità che è difficile anche solo immaginare.
Dinanzi all’agghiacciante orrore delle foibe, non è più minimamente tollerabile quella sottile venatura negazionista fieramente promossa dagli ambienti plagiati dal comunismo.
Perché quest’ultimo, in via definitiva, venga considerato alla stregua del nazismo.
Ne devono essere ricordate la bestialità, le vittime, la sofferenza causata.
La storia, infatti, non mente mai, ed è proprio la storia, con mostri del calibro di Tito, Stalin, Kim Jong-il e Pol Pot a testimoniare centinaia di milioni di vittime: umiliarne così la memoria, al giorno d’oggi, non è proprio più ammissibile.