Jake Sullivan, Consigliere per la Sicurezza Nazionale, ha confermato il disimpegno americano in Yemen voluto dai democratici. Ne faranno le spese i sauditi, che da tempo si sostenevano sull’appoggio – perlopiù logistico – degli Stati Uniti.
Biden stravolge gli equilibri geopolitici nella regione con quello che, di fatto, è tanto l’epilogo del sussidio statunitense all’Arabia Saudita quanto un vero e proprio ‘via libera’ all’avanzata iraniana e di Hezbollah da un lato, di Al Qaida e indirettamente dell’ISIS dall’altro.
Demolita la storica alleanza in Medio Oriente
Joe Biden ritirerà il suo appoggio alla monarchia saudita in Yemen: è questa la prima mossa geopolitica di una certa rilevanza della nuova amministrazione.
Distrutto, sostanzialmente, un prezioso sodalizio – quello con i Saud – che senz’altro risultava essere l’unico compromesso accettabile volto a dare anche solo una parvenza di stabilità al Medio Oriente.
I democratici revocheranno il sostegno – oltre che all’Arabia Saudita – a tutta la coalizione araba (Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Giordania, Kuwait, Senegal e Sudan), lasciando così gli yemeniti in balia delle altre due fazioni impegnate sul fronte: Iran ed Hezbollah a sostegno del gruppo sciita degli Huthi da una parte, Al Qaida con l’aiuto logistico dell’Isis dall’altra.

Quella sottile differenza che passa tra gli Ayatollah e i Saud
Fatta l’opportuna premessa delle barbarie religiose che caratterizzano entrambi i regimi, il fulcro del discorso sta nella potenza mediorientale sulla quale appoggiarsi. La regione, infatti, è da sempre teatro di aspre contese tra Iran ed Arabia Saudita, con le simpatie delle democrazie occidentali che, da tempo, sono esclusivo appannaggio della monarchia saudita.
Al di là delle motivazioni meramente economiche, pensare ai Saud come puntello istituzionale nella penisola arabica può giustificarsi considerando che l’assolutismo monarchico potrebbe (e in un certo senso finora l’ha fatto) eclissare l’estremismo islamico presente nella Regione, se non altro parzialmente.
Tanto più se poi si considera che in conflitti come quello yemenita gli Ayatollah si schierano puntualmente al fianco di Hezbollah, mentre l’Arabia Saudita rappresenta il vertice della coalizione che presenta i tratti senz’altro più ‘civilizzati’ tra le fazioni in ballo: la mossa di Biden rischia, proprio per questo, di avere conseguenze drastiche.