Putin-Biden, è già guerra aperta: ad una settimana circa dall’insediamento, il nuovo Presidente americano dà prova di un’allucinante incapacità nel gestire le cruciali relazioni diplomatiche con Mosca.
Due le questioni scatenanti la forte tensione tra il Cremlino e la Casa Bianca: il fronte siriano e l’arresto del leader dell’opposizione russa, Alexei Navalny.
Convoglio militare americano nell’Al-Hasakah
L’autorizzazione, da parte del neo Presidente americano, all’ingresso in Siria di svariati blindati dell’U.S. Army non fa altro che esasperare i fragili equilibri del fronte di Damasco. Obama, uno dei principali fautori del conflitto siriano, fu promotore di una convinta linea anti-Assad, in evidente contrasto con Putin. Prediligere la stessa politica significherebbe, per Biden, una Presidenza di pericolose e costanti tensioni con la Russia, dopo l’immane lavoro di stabilizzazione promosso da Trump.

L’arresto di Navalny e le ingerenze dell’amministrazione dem
Altro versante critico è quello relativo alle sfacciate intromissioni della nuova Presidenza statunitense nell’arresto di Navalny. Atteggiamento non gradito da Putin, che non ha certo mancato di ‘rimettere al suo posto’ Biden durante la prima, complicata, chiamata esplorativa tra i due.
I tempi di Trump sembrano già lontani, la distensione promossa dal Tycoon tra Mosca e Washington rischia di naufragare vista la spaventosa inadeguatezza al nuovo ruolo del Presidente americano.